le Chiavi dell’arte

Capogrossi. Le drammaturgie del Segno

  • Pagine144
  • Prezzo22.00
  • Anno2025
  • ISBN978-88-8273-194-6
  • Notele chiavi dell'arte 5
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Capogrossi. Le drammaturgie del Segno Una rilettura

Non una nuova monografia ma un libero saggio che affronta oggi e in chiave minimamente eterodossa, a poco più di mezzo secolo dalla morte, temi e interrogativi sollecitati dalla complessità della singolare esperienza pittorica di Giuseppe Capogrossi (1900-1972), uno dei grandi maestri dell’arte italiana del dopoguerra e, per altro, uno dei più noti ed originali artisti attivi sulla scena internazionale, le cui opere fanno parte delle collezioni di importanti musei. Una doppia vita, notoriamente, quella di Capogrossi: raffinato esponente del tonalismo romano lungo gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, come testimoniato da notevoli dipinti di figura e paesaggio; poi, dopo un non breve periodo di riflessione e ricerca, la definizione del Segno proverbiale, databile al 1950, la sua personalissima cifra che, in Italia, non tutti seppero comprendere e apprezzare ma la cui reiterata invenzione, attraverso i meccanismi di imprevedibili ripetizioni, sempre differenti, alla fine si impose. Dando vita a forme di autentica narrazione e drammaturgia. Anche per ragioni molto personali del suo autore, questo libro cerca di ripensare l’uomo e l’artista che l’autore stesso conobbe e frequentò in gioventù. E lo fa senza ricorrere a documenti, accontentandosi di lavorare sulle fonti secondarie, tentando di individuarvi spunti meno praticati o addirittura indizi trascurati da pure eccellenti colleghi e maestri in storiografia e critica. Ciò, eventualmente, cercando di far interagire le fonti secondarie suddette con altre non strettamente legate alla vicenda capogrossiana. Sempre nel nome del voler cercare una possibile verità diversa sull’oggetto della propria indagine, magari osservandolo da un’altra sponda.

 

Gianni Contessi, Professore ordinario di Storia dell’arte contemporanea nell’università di Torino. Ha insegnato inoltre nell’Accademia di Brera, della cui Biblioteca è stato conservatore negli anni ‘90, nell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), nell’Università di Udine e nella Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Accademico nazionale di San Luca.  

È autore dei seguenti libri: Tre Morandi e un Fontana. Perlustrazioni critiche di confine (2020); Torino controcanto. Saggio sulla “Lettera all’amico collezionista” 1993 di Paolo Fossati (2020); Lo sguardo reticente. Vittorio Sereni critico d’arte (2016); Sulle tracce della metropoli. Testi e scenari 1895- 1930 (2006); Vite al limite. Giorgio Morandi, Aldo Rossi, Mark Rothko (2004); Ecritures dessinées: art et architecture de Piranèse à Ruskin (2002); Scritture disegnate: arte, architettura e didattica da Piranesi a Ruskin (2000); Il saggio, l’architettura e le arti (1997); Il luogo dell’immagine. Scrittori, architetture, città, paesaggi (1989); Architetti- pittori e pittori- architetti, da Giotto all’età contemporanea (1985).

Per le nostre edizioni ha curato volumi di Le Corbusier, Giulia Veronesi, Julius von Schlosser e il recentissimo Scritti sull’arte. Tra genialità e acrobazie di Jean Cocteau. Per altri editori volumi di Fernand Léger, André Reszler, Paolo Fossati.

Fuori dal coro

  • Pagine184
  • Prezzo22.00
  • Anno2023
  • ISBN978-88-8273-6-1
  • Notele Chiavi dell'arte 4
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Fuori dal coro L'arte libera dalle ideologie al tempo della contestazione

A partire dal '68 ricorre in molta parte della critica la convinzione secondo cui l’arte debba essere coinvolta nell'impegno sociale e politico. Molti artisti effettivamente hanno scelto di mettersi da quel momento al servizio, con la loro opera, delle lotte studentesche e operaie, della difesa dei diritti, della promozione dell'emenacipazione mirando alla costruzione di un nuovo mondo.

Ma così non fu per tutti. Vi è stata una componente che si è sottratta alle urgenze del tempo e alle sollecitazioni esterne per reclamare l’autonomia dell’arte rispetto alla società e alla politica, riaffermando l'istanza  di un'arte pura , "in quanto tale", non sussidiaria e senza ansie rivendicative. Un'arte che voleva collocarsi al di fuori del minuto quotidiano e dalle urgenze del momento, per elevarsi ad arte più intima che indaga l'uomo e il senso, verso una dimensione assoluta piuttosto che contingente.

A quella che all'inizio costitutiva una sparuta minoranza è dedicato il libro, in un percorso che parte dal Sessantotto e arriva fino ai primi anni Ottanta, delineato attraverso opere, eventi e parole dei protagonisti, fra cui Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Carla Lonzi, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Pino Pascali, Salvo.

 

Giulio Ciavoliello insegna Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha fondato e diretto Artshow, guida a mostre e musei, e Combo, rivista d'arte contemporanea. Ha pubblicato Dagli '80 in poi, Il mondo dell'arte contemporanea in Italia, e ha curato Francesco Bonami, La sabbia e il gorgoglio, Scritti 1993-2002. Numerosi sono i suoi interventi su arte e artisti per varie pubblicazioni e testate fra le quali Flash Art e Artribune.

Artiste e femminismo in Italia

  • Pagine228
  • Prezzo24.00
  • Anno2022
  • ISBN978-88-8273-187-8
  • Notele Chiavi dell'arte 3
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Artiste e femminismo in Italia Per una rilettura non egemone della storia dell'arte

ll volume è la costruzione di un percorso visivo in cui l’arte declinata al femminile diventa progetto non solo artistico, ma soprattutto politico, sociale e di genere. Tra i numerosi percorsi che possono essere tracciati per vicinanza geografica, temporale o stilistica, l’autrice seleziona una schiera molto significativa di artiste che hanno operato in Italia dalla prima metà del Novecento a oggi e dalle quali emergono una serie di articolazioni estetico-politiche che hanno fatto dell’arte un campo per esprimere aspirazioni sociali, urbane, ecologiche e femministe tanto radicali quanto oggi rimosse.

Questo racconto di una Storia dell’arte diversa da come la si può trovare narrata nei manuali scolastici è il tentativo, certamente non esaustivo, di tracciare un percorso filtrato attraverso le lenti del femminismo e della militanza al fine di proporre una lettura dell’evoluzione artistica da un punto di vista non egemone, quello femminile appunto, che possa continuare a trasmettere e attualizzare le voci di chi per secoli non ha trovato ascolto.

 

Paola Ugolini
Vive e lavora tra Roma e Londra. È critica d’arte e curatrice e scrive regolarmente per «Exibart». Dagli anni Novanta cura mostre e progetti artistici concentrandosi principalmente sul lavoro delle artiste, 
la video-arte, l’uso del corpo nella performance art e i rapporti fra arte e femminismo. Paola Ugolini è attualmente curator della Fondazione InBetweenArtFilm. È inoltre Art advisor di importanti collezioni private italiane e tiene lezioni come visiting professor di “Curatorial practices” e “Gender studies” all’Università di Roma Tre, all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e all’Accademia di Belle Arti di Roma e dal maggio 2021 al “Master in management della comunicazione e politiche culturali” dello Iuav di Venezia.

Controcorrente

  • Pagine198
  • Prezzo20.00
  • Anno2020
  • ISBN978-88-8273-176-2
  • Notele Chiavi dell'arte n. 2
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Controcorrente I grandi solitari dell'arte italiana

Il tessuto dell’arte italiana è fatto di salutari e naturali differenze difficilmente riconducibili all'interno di rassicuranti e comode etichette. Controcorrente prende in esame alcuni tra i più grandi artisti italiani che hanno operato al di là del mainstream e con modalità non riconducilbili a logiche di raggruppamenti. Sono artisti che hanno avuto il "coraggio di essere soli" (per prendere in prestito una efficace espressione coniata da Llorand Hégy). Nella loro radicale diversità Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Luciano Fabro, Fabio Mauri, Marisa Merz, Vettor Pisani, sono tra i grandi solitari dell’arte italiana. In questo libro sono accostati non secondo un criterio di analogia, ma per le loro dissimiglianze. Nonostante la loro solitudine sono guardati con grande attenzione dalle giovani generazioni alle quali hanno aperto molte strade. Questa raccolta di saggi approfondisce alcuni aspetti del loro lavoro e fornisce una chiave di lettura per la loro opera: l’intrinseca transculturalità e il perpetuo dialogo con l’altro di Boetti; l’assoluta fede nell’arte fuori dal tempo di De Dominicis; il tema del corpo e il rapporto con la classicità in chiave del tutto contemporanea di Fabro; lo svelamento della manipolazione dell’ideologia di Mauri; il viaggio iniziatico ed esoterico di Pisani. Per il lavoro segreto di Marisa Merz pochi cenni e molti silenzi.

 

Laura Cherubini è docente titolare di Storia dell’Arte all’Accademia di Brera di MIlano dal '92. Collabora a “Flash Art” Italia e International. Vicepresidente del museo MADRE, Napoli (2011-17). Direttore del museo MACTE, Termoli (2019-20). Curatrice per il Padiglione Italiano alla Biennale di Venezia (1990) e di numerose mostre in istituzioni italiane e internazionali tra cui: MAXXI, Roma; GNAM, Roma; GAM, Torino; Fondazione Merz, Torino; Museo Vasarely, Budapest; PS1-MoMA, New York. Ha pubblicato monografie su De Dominicis, Spalletti, Pisani, Boetti, Mauri. Fa parte degli Archivi Angeli, Boetti, Mauri, Pisani, Schifano, Catalano (Direttore artistico). Dirige la collana “Le chiavi dell’arte” (Marinotti).

Mario Merz

  • Pagine166
  • Prezzo18.50
  • Anno2018
  • ISBN978-88-8273-170-0
  • Notele Chiavi dell'arte n.1
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Mario Merz L'artista e l'opera, materiali per ritratto

Mario Merz (1925-2003) è stato tra gli artisti italiani uno dei più rappresentativi dell’arte europea del secondo dopoguerra, riconosciuto come tale in tutto il mondo. Esponente di spicco dell’Arte Povera italiana, ha saputo rinnovare il linguaggio dell’arte, dalla pittura, alla scultura, all'installazione, attraverso l’adozione di materiali desunti dalla natura. Nella visione dell’artista infatti, l’individuo deve ritrovare un rapporto armonico con l’ambiente. Le sue opere sono conservate nei più importanti musei e presso le più prestigiose collezioni private internazionali. Questo libro è il primo saggio monografico pubblicato in Italia dopo la morte dell’artista. Il testo prende in esame l’intero arco creativo dell’artista, dagli esordi nella Torino del dopoguerra, anni che lo vedono impegnato nella pittura figurativa, seguendone poi le vicende insieme a quelle dell’ambiente artistico di quell’epoca, dagli anni intorno al fatidico 1968, quando Merz entra a far parte del gruppo Arte Povera, al suo riconoscimento internazionale nel corso degli anni ottanta e novanta. Ogni capitolo è dedicato a un ciclo di opere, pertanto il lettore potrà sincerarsi sulla genesi degli igloo, dei tavoli coperti di frutta e verdura, dei grandi dipinti dedicati al tema degli animali, del ricorso alla serie numerica di Fibonacci. Il volume è arricchito da numerose testimonianze, frutto di incontri fra l’autore e colleghi ed amici dell’artista, che ne chiariscono aspetti del carattere e soprattutto mettono in luce il suo metodo di lavoro.

 

Giorgio Verzotti, noto e stimanto critico d’arte e curatore, è stato curatore capo presso il Castello di Rivoli e il Mart di Rovereto. È stato inoltre Direttore artistico di Arte Fiera a Bologna. È corrispondente per la rivista americana Artforum e insegna Estetica del contemporaneo all’Università Cattolica e Storia dell’arte contemporanea alla NABA, entrambe a Milano.