heideggeriana

La storia dell'Essere

  • Pagine206
  • Prezzo22.00
  • Anno2012
  • ISBN978-88-8273-131-1
  • Note

La storia dell'Essere

I testi raccolti nel volume La storia dell’Essere, risalenti agli anni 1938-1940, rappresentano un documento di notevole importanza sia per ragioni filosofiche sia per il generale contesto storico della loro stesura. Da un lato essi si inseriscono a pieno titolo e con estrema coerenza in quel radicale riorientamento della filosofia che Martin Heidegger sviluppò a partire dagli anni Trenta e che caratterizzò come pensiero dell’evento: da questo punto di vista La storia dell’Essere va letto in diretta connessione con altri importanti scritti di quel periodo, soprattutto i Contributi alla filosofia, di cui riprende numerosi temi, quali, in particolare, il superamento della metafisica, l’abbandono dell’essere, l’istanza di un altro inizio del pensiero e l’analisi della modernità. Dall’altro lato La storia dell’Essere costituisce un prezioso documento per comprendere importanti aspetti del modo in cui Heidegger si mise in relazione ai tragici avvenimenti che segnarono lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Infatti le meditazioni contenute in questo volume, in particolare quelle sulla guerra e sul comunismo, riflettono il notevole travaglio filosofico e intellettuale con cui Heidegger tentò di pensare, entro la cornice della storia dell’essere e della metafisica occidentale, le radici più profonde degli sconvolgimenti epocali di quel periodo.

 

Di Martin Heidegger, celebre pensatore tedesco morto nel 1976 all’età di 87 anni, e considerato forse il maggior filosofo di questo secolo, si parla ormai frequentemente. Generalmente con toni accesi per via della sua presunta adesione ai primissimi anni del regime hitleriano, benché se ne sia distaccato quasi subito e comunque assai prima dello sterminio razziale e della guerra mondiale. Tuttavia, al di là di ogni polemica politica, egli viene riconosciuto da più parti, sia da destra sia da sinistra, come il filosofo più interessante e problematico del ’900. Un autore ancora da scoprire fino in fondo e del quale sono stati pubblicati sino ad ora meno della metà dei suoi scritti.

Che cos'é la verità

  • Pagine336
  • Prezzo30.00
  • Anno2011
  • ISBN978-88-8273-124-3
  • Note

Che cos'é la verità

Il volume comprende i due corsi che Martin Heidegger tenne all'Università di Friburgo durante l'anno di rettorato: il primo, intitolato Die Grundfrage der Philosophie, si svolse nel semestre estivo 1933; il secondo, Vom Wesen der Wahrheit, nel semestre invernale 1933/34. I due corsi documentano il lavoro filosofico che Heidegger dedicò all'intesa critica di ciò che allora - siamo agli inizi del criminale regime hitleriano - si stava generando. Tema dell'interrogazione è il rapporto tra essere e verità, rapporto mai chiarito nel corso della tradizione filosofica e che Heidegger affronta a partire dall'esperienza di Essere e tempo, dandogli ora però un'intonazione politica. E qui, per esprimere e chiarire maggiormente il nuovo concetto di politica, egli svolge un'originale interpretazione della Repubblica di Platone. Fondamentali sono le pagine che il pensatore dedica al "mito della caverna", ove il filosofo torna con l'intenzione di liberare i prigionieri, cioè gli uomini, dalla forza di attrazione delle ombre. Si mostra così, in queste pagine, tutta la lontananza tra la posizione di fondo della filosofia di Heidegger e l'ideologia nazista.

​Di Martin Heidegger, celebre pensatore tedesco morto nel 1976 all’età di 87 anni, e considerato forse il maggior filosofo di questo secolo, si parla ormai frequentemente. Generalmente con toni accesi per via della sua presunta adesione ai primissimi anni del regime hitleriano, benché se ne sia distaccato quasi subito e comunque assai prima dello sterminio razziale e della guerra mondiale. Tuttavia, al di là di ogni polemica politica, egli viene riconosciuto da più parti, sia da destra sia da sinistra, come il filosofo più interessante e problematico del ’900. Un autore ancora da scoprire fino in fondo e del quale sono stati pubblicati sino ad ora meno della metà dei suoi scritti.

Logica e linguaggio

  • Pagine256
  • Prezzo23.00
  • Anno2008
  • ISBN978-88-8273-088-8
  • Note

Logica e linguaggio

«Logica: non “addestramento ad un migliore o peggiore procedere del pensiero”, ma il “misurare con i passi dell’interrogazione gli abissi dell’essere”, non “arida collezione di leggi eterne del pensiero”, ma la “sede della dignità accordata all’interrogazione dell’uomo” – con questo appello Heidegger svolse il corso di lezioni Logica come domanda sull’essenza del linguaggio, di due ore settimanali, tenuto nel semestre estivo del 1934. […]
Questo corso costituisce una decisiva pietra miliare nel cammino che porta il pensiero heideggeriano dalla fase dell’ontologia fondamentale a quella della storia dell’essere. Ma esso è anche importante per un’adeguata comprensione della situazione di Heidegger all’Università di Friburgo, subito dopo l’abbandono della carica di Rettore. Molto di quel che è stato scritto troppo in fretta sull’impegno nazionalsocialista di Heidegger, dovrà essere rivisto e sottoposto ad una nuova interpretazione in base a queste lezioni.»
 


Di Martin Heidegger, celebre pensatore tedesco morto nel 1976 all’età di 87 anni, e considerato forse il maggior filosofo di questo secolo, si parla ormai frequentemente. Generalmente con toni accesi per via della sua presunta adesione ai primissimi anni del regime hitleriano, benché se ne sia distaccato quasi subito e comunque assai prima dello sterminio razziale e della guerra mondiale. Tuttavia, al di là di ogni polemica politica, egli viene riconosciuto da più parti, sia da destra sia da sinistra, come il filosofo più interessante e problematico del ’900. Un autore ancora da scoprire fino in fondo e del quale sono stati pubblicati sino ad ora meno della metà dei suoi scritti.

L'origine dell'opera d'arte

  • Pagine200
  • Prezzo15.49
  • Anno2000
  • ISBN978-88-8273-011-6
  • Note

L'origine dell'opera d'arte Con testo tedesco a fronte

Con questo libro la Christian Marinotti Edizioni intende varare una nuova collana appositamente dedicata a questo pensatore tanto illustre quanto poco esplorato. Una delle caratteristiche di questa collana sarà la presenza del testo tedesco a fronte, per consentire al lettore di scoprire attraverso il confronto tra il testo in tedesco e la sua traduzione il profondo significato che questo filosofo attribuiva al linguaggio.

Questo libro costituisce l’unica opera nella quale il celebre filosofo tedesco affronta organicamente la questione dell’arte. In questo testo sono infatti reperibili i fondamenti di una nuova riflessione sull’arte, la quale si costituisce attraverso un confronto critico con l’estetica tradizionale in vista di un suo superamento.
Tuttavia, tale superamento non pretende affatto di rappresentare un principio di spiegazione del fenomeno artistico più potente di quello precedente, ma - e questo è un elemento di assoluta novità - si muove verso un possibile dialogo con ciò che dell’arte hanno pensato e pensano gli stessi artisti.
Così, mentre le teorie tradizionali si preoccupano di classificare i fenomeni artistici in generi e categorie, Heidegger libera il fenomeno della creazione artistica, e anche quello della sua fruizione, dal gioco dell’inquadramento e del confinamento a principi esterni alla sfera dell’arte, per mettere al centro l’opera d’arte stessa.

Di Martin Heidegger, celebre pensatore tedesco morto nel 1976 all’età di 87 anni, e considerato forse il maggior filosofo di questo secolo, si parla ormai frequentemente.
Generalmente con toni accesi per via della sua presunta adesione ai primissimi anni del regime hitleriano, benché se ne sia distaccato quasi subito e comunque assai prima dello sterminio razziale e della guerra mondiale.
Tuttavia, al di là di ogni polemica politica, egli viene riconosciuto da più parti, sia da destra sia da sinistra, come il filosofo più interessante e problematico del ’900. Un autore ancora da scoprire fino in fondo e del quale sono stati pubblicati sino ad ora meno della metà dei suoi scritti.

Avviamento alla filosofia

  • Pagine382
  • Prezzo30.00
  • Anno2007
  • ISBN978-88-8273-075-8
  • Note

Avviamento alla filosofia

«…Certo, sembra che noi ci troviamo innanzitutto fuori della filosofia. Ma chiediamoci: dove si fondano parvenze e apparenze di questo tipo? Se il nostro esistere (…) reca già in sé la filosofia, allora quella apparenza può solo scaturire dal fatto che, nel nostro essere, la filosofia, per così dire, dorme. È insita in noi, nel nostro essere, ma in uno stato di costrizione e di confusione; non si è ancora liberata, non si è ancora immessa nel suo attendibile movimento. La filosofia non si genera, nel nostro essere, così come potrebbe e dovrebbe alla fine generarsi.
Ecco perché è necessario un avviamento. Ma “avviamento” ora non significa più: trasferire, da un punto situato al di fuori, fin dentro l’ambito della filosofia; ora “avviare” vuol dire: dare inizio alla filosofia, far sì che la filosofia si generi in noi. “Avviamento alla filosofia” significa: avviare il filosofare, dare inizio al filosofare.»

Di Martin Heidegger, celebre pensatore tedesco morto nel 1976 all’età di 87 anni, e considerato forse il maggior filosofo di questo secolo, si parla ormai frequentemente.
Generalmente con toni accesi per via della sua presunta adesione ai primissimi anni del regime hitleriano, benché se ne sia distaccato quasi subito e comunque assai prima dello sterminio razziale e della guerra mondiale.
Tuttavia, al di là di ogni polemica politica, egli viene riconosciuto da più parti, sia da destra sia da sinistra, come il filosofo più interessante e problematico del ’900. Un autore ancora da scoprire fino in fondo e del quale sono stati pubblicati sino ad ora meno della metà dei suoi scritti.

Il canto dell’esule di G. Trakl e La parola nella poesia di M. Heidegger

  • Pagine388
  • Prezzo26.00
  • Anno2003
  • ISBN978-88-8273-045-1
  • Note
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Il canto dell’esule di G. Trakl e La parola nella poesia di M. Heidegger

A cura di Gino Zaccaria

con testo tedesco a fronte

Georg Trakl è un classico del Novecento: la sua poesia - assolutamente unica quanto a stile e forza figurativa - non solo ha influenzato le lingue poetiche delle varie culture europee, ma ha anche contribuito alla formazione delle tonalità di fondo con cui filosofi, artisti e intellettuali hanno affrontato la vertiginosa ascesa del mondo moderno (morte di Dio, tecnica e “progresso”, potenza, libertà d’azione, violenza). Così la poesia di questo autore è stata paragonata e affiancata a quella dei grandi poeti “veggenti”, come Hölderlin, Rimbaud o Leopardi.
Martin Heidegger - la cui opera costituisce una delle più importanti “diagnosi” del pensiero e della civiltà occidentali - si è molto dedicato alla lettura di alcuni grandi poeti di lingua tedesca. Il suo incontro con la poesia di Trakl, di due anni più anziano, è avvenuto molto presto e si è trasformato in un colloquio con il poeta che non si è più interrotto. Il fuoco dell’interpretazione heideggeriana di Trakl è semplicissimo: il filosofo vede in questo poeta non lo spietato e disperato celebratore del rovinoso tramonto dell’Occidente (come comunemente si ritiene), ma il lieve cantore di un’indole nascosta proprio nell’evidenza dell’incipiente devastazione, un’indole profondamente salubre nonostante le grandi lotte delle “filosofie” e delle “fedi”, così come delle “scienze” e delle “tecniche” proprie del secolo appena concluso. Insomma, per il filosofo tedesco, Trakl canta sì l’Occidente ma assolutamente non come “terra della caduta” bensì come “paese di una sera” che prelude a una straordinaria aurora.

La parola nella poesia è il saggio con il quale Heidegger s’ immerge nel pensiero poetico di Trakl e in questa nuova edizione - come novità assoluta - ad esso vengono affiancate le poesie di Trakl, presentate sia in italiano, sia con il testo tedesco a fronte.


Georg Trakl, nasce a Salisburgo nel 1887 e si trasferisce a Vienna nel 1908, dove studia farmacia. Giunto a Innsbruck nel 1912, aderisce al circolo della rivista Der Brenner, sulla quale pubblicherà quasi tutte le sue poesie. In questo stesso periodo il suo rapporto con la droga e l’alcool si consolida sino a diventare dipendenza. Scoppiata la prima guerra mondiale, si trova come addetto alla sanità durante la battaglia di Grodek. Qui dà chiari segni di volontà suicida e viene quindi ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Crocovia. Nella pagina finale della cartella clinica si legge: «Suicidio a seguito di intossicazione da cocaina! Alle 9 di sera exitus letalis. Cracovia, 4 Novembre 1914».

Di Martin Heidegger, celebre pensatore tedesco morto nel 1976 all’età di 87 anni, e considerato forse il maggior filosofo di questo secolo, si parla ormai frequentemente.
Generalmente con toni accesi per via della sua presunta adesione ai primissimi anni del regime hitleriano, benché se ne sia distaccato quasi subito e comunque assai prima dello sterminio razziale e della guerra mondiale.
Tuttavia, al di là di ogni polemica politica, egli viene riconosciuto da più parti, sia da destra sia da sinistra, come il filosofo più interessante e problematico del ’900. Un autore ancora da scoprire fino in fondo e del quale sono stati pubblicati sino ad ora meno della metà dei suoi scritti.

Dasein: Da-sein

  • Pagine192
  • Prezzo15.00
  • Anno2007
  • ISBN978-88-8273-077-2
  • Note

Fuori Collana

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Dasein: Da-sein Tradurre la parola del pensiero. Un contributo alla ricezione italiana di Heidegger

Dasein inteso come Da-sein è, in Heidegger, il segno dell’affrancamento dalla metafisica. La parola pensa dunque in vista di un’umanità che non sia più incardinata, contro la propria indole, nell’animalità e nel mero vivere. In Italia, l’ormai consolidata interpretazione del Dasein mediante il conio «esserci» è ritenuta non solo in sé consona, ma addirittura come la più felice fra quelle finora proposte nelle varie lingue. Il presente studio – il cui costante riferimento resta la sfera d’incontro fra le lingue madri italiana e tedesca – giunge a una conclusione sorprendente: l’«esserci» non solo non permette di intendere, in italiano, il Dasein, ma addirittura riporta – e nel più subdolo dei modi – l’intero tentativo di Heidegger sul piano del mero vissuto, mostrando così una singolare capacità di infirmazione. L’«esserci», insomma, impedisce che un universale seme di libertà dell’uomo, inizialmente custodito in tedesco, possa infine essere accolto anche nel terreno del pensiero italiano.

 

Ivo De Gennaro insegna filosofia ed etica presso la Libera Università di Bolzano, ed estetica presso l’Università Bocconi di Milano. Ha pubblicato Logos – Heidegger liest Heraklit (Berlin 2001), nonché numerosi saggi su riviste internazionali e in volumi collettanei.

 

Gino Zaccaria insegna estetica e filosofia all’Università Bocconi di Milano. Ha pubblicato: L’etica originaria (Milano 1992), L’inizio greco del pensiero. Heidegger e l’essenza futura della filosofia (Milano 1999), Hölderlin e il tempo di povertà. Un seminario sull’enigma della poesia (Como-Pavia 2000), Dasein : Da-sein. Tradurre la parola del pensiero (in collaborazione con I. De Gennaro, Milano 2007), Pensare il nulla. Leopardi, Heidegger (Como-Pavia 2009), e vari saggi e traduzioni. Fra i testi curati, si segnala L’arte dello scrivere (Milano 2003), un’antologia di pensieri tratti dallo Zibaldone leopardiano. Suoi testi e interventi sono presenti sul sito www.eudia.org.

 

 

In cammino con Heidegger

  • Pagine204
  • Prezzo18.00
  • Anno2008
  • ISBN978-88-8273-086-4
  • Note

Fuori Collana

In cammino con Heidegger

A più di trent’anni dalla morte di Martin Heidegger il suo pensiero si trova tuttora esposto a una serie di attacchi a tal punto violenti da minacciare la possibilità di un suo ascolto. Se, infatti, il coinvolgimento a favore del Nazionalsocialismo continua a fornire lo spunto per una campagna di diffamazione a livello planetario, ben più grave risulta il fraintendimento del senso stesso della rivoluzione filosofica inaugurata nel lontano 1927 dalla sua prima opera capitale: Essere e tempo. Sebbene non si possa minimizzare l’errore commesso dal filosofo nel 1933, è necessario soprattutto venire in chiaro della portata di un’opera che ha saputo evidenziare i limiti entro cui si è mossa gran parte della filosofia lungo l’intero corso della sua storia e che, su questa base, è giunta a cogliere nella sua problematicità l’origine dell’età moderna, l’età della scienza e della tecnica. In questa prospettiva le “conversazioni” di Jean Beaufret che qui pubblichiamo, rappresentano una delle occasioni più limpide per ripercorre il cammino seguito da Heidegger. Già destinatario nel 1946 della celeberrima Lettera sull’umanismo, Beaufret è stato infatti uno dei primi a misurare in tutta la sua ampiezza l’impatto della svolta rappresentata dal pensiero di Heidegger, instaurando con lui un dialogo nel quale la comune esigenza di comprensione trova suggello nell’esercizio del domandare. Divenuto nel corso di un trentennio l’interlocutore privilegiato del filosofo tedesco, Jean Beaufret ha saputo così corrispondere – nel pensiero e nella parola, nei suoi scritti e nel suo insegnamento – al compito oggi più che mai urgente di preparare la possibilità di una comprensione vera, profonda e senza equivoco possibile – se non animata da palese malafede – della filosofia heideggeriana. Questo libro, pubblicato nel 1983 a un anno dalla morte di Beaufret, può a giusto titolo essere considerato uno dei momenti più elevati di quella singolare capacità di ascolto che ha reso possibile la nascita in Francia di una scuola di pensiero capace di mantenere viva la medesima trasparenza e fulmineità del colpo d’occhio del suo maestro.

Jean Beaufret (1907-1982), destinatario nel 1946 della Lettera sull’umanismo di Martin Heidegger e suo interlocutore privilegiato, è una delle figure di maggior rilievo della fenomenologia europea. Professore di filosofia all’École normale supérieure di Saint-Cloud e nella khâgne dei licei Henry IV e Condorcet di Parigi, si considerava un semplice «pedagogo». Il suo insegnamento ha giocato un ruolo essenziale nella formazione di numerose generazioni di studenti in Francia. Tra le sue opere ricordiamo, in particolare, i quattro volumi del Dialogue avec Heidegger (1973-1985), che può essere considerato il frutto più maturo di un’intesa durata trent’anni.