I temi del pensiero: autori contemporanei

Parmenide. Il Poema

  • Pagine112
  • Prezzo15.00
  • Anno2024
  • ISBN978-88-8273-189-2
  • NoteI temi del pensiero: Autori contemporanei
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Parmenide. Il Poema

Pubblicato per la prima volta nel 1955 e presto divenuto un’opera di riferimento per ogni studioso della filosofia greco antica, il volume si compone in primo luogo di un ricco e articolato saggio interpretativo nel corso del quale Jean Beaufret si propone di fornire le coordinate per una corretta lettura e comprensione del Poema di Parmenide. L’introduzione al Poema diventa così un’opera filosofica a sé stante e di assoluto rilievo, tramite la quale Beaufret, attraverso riferimenti molteplici a pen-satori quali Kant, Nietzsche, Hölderlin e Heidegger, si dimostra un fine lettore della filosofia antica e della storia della metafisica. Soprattutto, grazie a Beaufret, possiamo una volta di più riscoprire e ripensare i legami tra poesia e filosofia, di cui sia il Poema, sia la sua introduzione, sono testimoni.

In appendice al volume, inoltre, Beaufret riporta la sua traduzione integrale - che ha fatto epoca per pertinenza e finezza - di ciò che resta del Poema di Parmenide. Inizialmente curata da Jean-Jacques Riniéri, la traduzione francese dei frammenti del pensatore di Elea viene ripresa da Beaufret ed è l’occasione, per quest’ultimo, di rileggere a suo modo la genesi del pensiero Occidentale.

Pur nella loro inevitabile incompletezza, i diciannove fram-menti di quel che dovette essere il Poema di Parmenide conservano intatta, a distanza di più di 2500 anni, quella potenza arcaica che fu capace di inaugurare il destino di un mondo di cui noi stessi siamo gli eredi.

 

Jean Beaufret (1907-1982) è stato uno dei massimi esponenti del pensiero fenomenologico europeo del XX secolo. Destinatario dell’imprescindibile Lettera sull’umanismo di Martin Heidegger, ha intrattenuto sin dal 1946 un rapporto del tutto privilegiato con il filosofo tedesco, finendo per divenirne, pur nell’au-tonomia della propria ricerca, l’esegeta più attendibile. Col suo insegnamento Beaufret non solo ha contribuito alla formazione di intere generazioni di filosofi, ma si è anche distinto e con impareggiabile ma-estria nella difficile arte della traduzione.

 

Dello stesso autore la Christian Marinotti Edizioni ha pubblicato nel 2008 il titolo In cammino con Heidegger.

A colloquio con Socrate

  • Pagine300
  • Prezzo24.00
  • Anno2023
  • ISBN9788882731915
  • NoteI temi del pensiero: Autori contemporanei
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A colloquio con Socrate La cura di sé nel dialogo socratico

Cosa vuol dire trovarsi a colloquio con Socrate? Il volume prende in esame questo interrogativo nelle sue molteplici sfaccettature. Viene analizzato il dialogo socratico in relazione alle tematiche dell’educazione (paideia), dell’anima (psyche) e della felicità (eudaimonia). Particolare attenzione viene dedicata alla pratica della confutazione, mediante la quale Socrate è in grado di smascherare la presunzione di sapere dei suoi interlocutori e condurli a un esame di carattere autoriflessivo incentrato sulla nozione di non-sapere. Senofonte, Eschine di Sfetto e Platone attestano l’impiego di una modalità dialogica la cui valenza è di carattere protrettico: attraverso la confutazione gli interlocutori di Socrate pervengono a un miglioramento di sé che si articola su un piano sia emotivo sia cognitivo. La dimensione trasformativa della cura di sé trova esemplificazione in una serie di passi che vengono riportati nel volume e discussi appositamente.

 

Alessandro Stavru insegna Storia della Filosofia Antica presso l’Università di Verona. La sua attività di ricerca verte intorno alla figura di Socrate, la letteratura socratica, il pitagorismo antico, l’estetica antica e moderna, e la storia degli studi classici (in part. Walter F. Otto). È autore di svariati saggi e volumi su temi, autori e testi connessi alla figura di Socrate. Ha curato, insieme a Livio Rossetti, l’organizzazione e la pubblicazione dei convegni internazionali Socratica (2005, 2008, 2012) ed è membro dell’executive committee della International Society for Socratic Studies.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gratitudine

  • Pagine232
  • Prezzo24.50
  • Anno2013
  • ISBN978-88-8273-139-7
  • Note
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Gratitudine Voci di Hölderlin

La gratitudine è un sentimento difficile, soprattutto oggi, ma è una grande opportunità etica. Possiamo rovesciare le prospettive degli stili di vita attuali, solitamente segnati dall'ansia di prestazione professionale ed esposti alla frustrazione, nel riconoscimento sereno che l'esistenza è buona in se stessa e per chiunque, e non ha bisogno di essere meritata.
Ringraziare è una via di liberazione dell'energia della vita, aperta al desiderio e alle possibilità di ciascuno. Una via di "politica dell'amicizia" capace anche di sciogliere i conflitti fra le posizioni più estreme. Dobbiamo alla parola serena - anche quando c'è sofferenza - del poeta e filosofo Hölderlin questa attitudine, di cui parla questo libro che è la prima monografia sull' argomento.
​La sua filosofia non è una teoria astratta, ma un'apertura verso la natura, una pratica dialogica poetica dei sentimenti e del linguaggio, un'arte per imparare a vivere meglio.

 

Daniele Goldoni, insegna estetica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha scritto monografie su Marx e Heidegger (Il mito della trasparenza, Milano 1982), su Hegel (Il riflesso dell’Assoluto, Milano 1992), su Hölderlin (Filosofia e paradosso, Napoli 1990). Ha pubblicato saggi sulle trasformazioni nelle forme di vita, nella produzione culturale, nella filosofia, nelle arti e specialmente nella musica, in relazione con i mutamenti dei ‘mezzi di comunicazione’. Recentemente ha curato il libro collettivo Stili di vita (Milano 2012), con un suo testo su Improvvisare.  Ha collaborato con Biennale Musica e dirige il workshop di Ca’ Foscari per la musica improvvisata.

L'inizio e il nulla

  • Pagine192
  • Prezzo17.00
  • Anno2009
  • ISBN978-88-8273-112-0
  • Note
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L'inizio e il nulla Colloquio di un logico, di un aiutante e di un pittore

Il tema del libro è l’enigma dell’intesa fra il pensiero, il canto e la pittura. La sua discussione è affidata al cammino di tre colloquianti: un logico, un aiutante e un pittore. Il cammino, qui, non è un moto dialettico a tre voci, ma, più semplicemente, un corso di parole, pensanti e poetiche, rinvenute e coniate, in una giornata di primavera, dal mattino al tramonto, lungo il sentiero del promontorio del Mesco, fra Lèvanto e le Cinque Terre. I colloquianti si accorgono, fin dall’avvio, che il cammino è il sentiero stesso su cui errano.
Il titolo L’inizio e il nulla ricorda le due dizioni grazie alle quali il colloquio trova il suo cadenzato andamento. L’«inizio», affrancato dal suo significato comune, assumerà il senso poetico dell’avvento. Il «nulla», liberato dalla morsa della nullità, indicherà quella vaghezza che, senza coartare, costringe l’uomo — il poeta, il pittore — a cantare l’inizio.
Sulla scorta dell’inizio e del nulla così ripensati, i colloquianti giungeranno a un chiarimento delle “indoli prime” del canto e della pittura: la luce, il suono e il colore.

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Gino Zaccaria insegna estetica e filosofia all’Università Bocconi di Milano. Ha pubblicato: L’etica originaria (Milano 1992), L’inizio greco del pensiero. Heidegger e l’essenza futura della filosofia (Milano 1999), Hölderlin e il tempo di povertà. Un seminario sull’enigma della poesia (Como-Pavia 2000), Dasein : Da-sein. Tradurre la parola del pensiero (in collaborazione con I. De Gennaro, Milano 2007), Pensare il nulla. Leopardi, Heidegger (Como-Pavia 2009), e vari saggi e traduzioni. Fra i testi curati, si segnala L’arte dello scrivere (Milano 2003), un’antologia di pensieri tratti dallo Zibaldone leopardiano. Suoi testi e interventi sono presenti sul sito www.eudia.org.
 

La voce dell'amico

  • Pagine48
  • Prezzo8.00
  • Anno2009
  • ISBN978-88-8273-097-0
  • Note
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La voce dell'amico Sul prodigio dell'ascolto

All’origine di questo saggio c’è un libro che, colto una lontana prima volta, non ha cessato poi di voler essere riguardato, riascoltato, lasciato penetrare fino al fondo di sé. Il libro è Essere e tempo di Heidegger. Qui la «voce dell’amico» non va confusa con l’esperienza quotidiana dei rapporti sociali, né ridotta a quella scaglia superficiale e volatile delle abituali conversazioni. Essa invece si offre come evento radicale, come ciò che, rompendo il guscio dell’ego, dispone l’apertura originaria dell’uomo al mondo.
Ma si dà, nell’esperienza concreta, questo genere di amicizia? Nella riflessione di François Fédier entra a questo punto un altro testo capitale e mostra in atto la totale e perfetta amicizia: si tratta delle pagine memorabili che Montaigne, negli Essais, dedica all’amico Étienne de La Boëtie. Lo «stato di amicizia», quale forma del «reciproco beneficarsi», sperimentato mentre l’amico era in vita, si protrae ancora nel tempo ulteriore dopo la sua morte, prodigiosa conferma di un singolare fenomeno.
Il saggio che leggiamo qui è duplice: la «voce dell’amico», apparizione sorprendente in Essere e tempo, ha suggerito a Fédier un primo intervento pubblicato in tedesco. Ma, a significare una fascinazione ininterrotta, l’autore ritorna sul tema con una nuova riflessione in francese, per pensare «meglio», per intendere «di più». Ora la traduzione che offriamo al lettore italiano incrocia e combina le due lingue originali, e di quella origine intende lasciar trasparire qualche traccia.

François Fédier è uno dei massimi interpreti viventi del pensiero fenomenologico. Docente universitario, insegna filosofia a Parigi, dove è direttore dell'edizione francese delle opere complete di Martin Heidegger presso la famosa casa editrice Gallimard.
Autore di numerosi saggi e traduzioni, in Francia è stata recentemente avviata l’edizione integrale dei suoi corsi. In Italia sono apparsi Heidegger e la politica. Anatomia di uno scandalo (Egea, Milano 1993) e il volume, da lui curato, degli Scritti politici di Heidegger (Piemme, Casale Monferrato 1998).

In cammino con Heidegger

  • Pagine204
  • Prezzo18.00
  • Anno2008
  • ISBN 978-88-8273-086-4
  • Note
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In cammino con Heidegger

A più di trent’anni dalla morte di Martin Heidegger il suo pensiero si trova tuttora esposto a una serie di attacchi a tal punto violenti da minacciare la possibilità di un suo ascolto. Se, infatti, il coinvolgimento a favore del Nazionalsocialismo continua a fornire lo spunto per una campagna di diffamazione a livello planetario, ben più grave risulta il fraintendimento del senso stesso della rivoluzione filosofica inaugurata nel lontano 1927 dalla sua prima opera capitale: Essere e tempo. Sebbene non si possa minimizzare l’errore commesso dal filosofo nel 1933, è necessario soprattutto venire in chiaro della portata di un’opera che ha saputo evidenziare i limiti entro cui si è mossa gran parte della filosofia lungo l’intero corso della sua storia e che, su questa base, è giunta a cogliere nella sua problematicità l’origine dell’età moderna, l’età della scienza e della tecnica.
In questa prospettiva le “conversazioni” di Jean Beaufret che qui pubblichiamo, rappresentano una delle occasioni più limpide per ripercorre il cammino seguito da Heidegger. Già destinatario nel 1946 della celeberrima Lettera sull’umanismo, Beaufret è stato infatti uno dei primi a misurare in tutta la sua ampiezza l’impatto della svolta rappresentata dal pensiero di Heidegger, instaurando con lui un dialogo nel quale la comune esigenza di comprensione trova suggello nell’esercizio del domandare. Divenuto nel corso di un trentennio l’interlocutore privilegiato del filosofo tedesco, Jean Beaufret ha saputo così corrispondere – nel pensiero e nella parola, nei suoi scritti e nel suo insegnamento – al compito oggi più che mai urgente di preparare la possibilità di una comprensione vera, profonda e senza equivoco possibile – se non animata da palese malafede – della filosofia heideggeriana. Questo libro, pubblicato nel 1983 a un anno dalla morte di Beaufret, può a giusto titolo essere considerato uno dei momenti più elevati di quella singolare capacità di ascolto che ha reso possibile la nascita in Francia di una scuola di pensiero capace di mantenere viva la medesima trasparenza e fulmineità del colpo d’occhio del suo maestro.

Jean Beaufret (1907-1982), destinatario nel 1946 della Lettera sull’umanismo di Martin Heidegger e suo interlocutore privilegiato, è una delle figure di maggior rilievo della fenomenologia europea. Professore di filosofia all’École normale supérieure di Saint-Cloud e nella khâgne dei licei Henry IV e Condorcet di Parigi, si considerava un semplice «pedagogo». Il suo insegnamento ha giocato un ruolo essenziale nella formazione di numerose generazioni di studenti in Francia. Tra le sue opere ricordiamo, in particolare, i quattro volumi del Dialogue avec Heidegger (1973-1985), che può essere considerato il frutto più maturo di un’intesa durata trent’anni.

Autenticità africana e filosofia

  • Pagine280
  • Prezzo24.00
  • Anno2007
  • ISBN 978-88-8273-073-4
  • Note
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Autenticità africana e filosofia La crisi del Muntu: intelligenza, responsabilità, liberazione

Questo libro presenta la prima edizione italiana di un testo ormai classico della “filosofia africana”, rompendo il silenzio su un tema ignorato, travisato, banalizzato. Nel peggiore dei casi per il comune sentire una “filosofia africana” non esiste, perché non si è mai visto un Aristotele nero. Nel migliore dei casi si associa a una delle tante merci di un’Africa da diporto, che alterna statuette a proverbi e riti magici, sempre al ritmo del tam tam. E dove, tra le curiosità e le paccottiglie folkloristiche, la “filosofia africana” si confonde nel supermercato della moda etnica.
Qui Fabien Eboussi Boulaga mette in scena il “Muntu”, un “Africano” tipico e tradizionale secondo i gusti dei consumatori europei. “Muntu” è il suono esotico che evoca quell’Africa tutta emozione, danza e naturalità, che ingolosisce il pubblico, promettendo rimedi succulenti alla noia dei soliti passatempi e panorami metropolitani. L’intelligenza sarcastica e la passione etica sono le armi con cui l’Autore svergogna tale mistificazione, smontando questa etnoantropologia imperante, vantaggiosa per i poteri planetari forti, per l’esportazione del loro dominio finanziario, politico e culturale. L’unica tradizione che contraddistingue dunque l’Africa storica è lo sfregio dell’identità che tutti i suoi popoli hanno subito nell’ultimo secolo, complice la filosofia europea, che con le sue idee di progresso e di salvezza ha offerto una copertura nobile alla venalità della colonizzazione, passata e recente.
Sconfessare questa tradizione caricaturale è la condizione per riconquistare l’orgoglio del proprio passato e la fiducia nel futuro. Il messaggio di Eboussi Boulaga è universale: nessuno è veramente sconfitto, nessuno è veramente asservito, né come singolo né come popolo, se non chi è pronto al tradimento di sé e contribuisce al proprio degrado adagiandosi in una irresponsabilità mascherata da quieta prudenza e saggia rassegnazione.

Fabien Eboussi Boulaga è nato nel 1934 in Camerun. Filosofo dell’etica e della politica, professore universitario, è da sempre impegnato nei processi di democratizzazione e sviluppo delle nazioni africane. Attivo nelle associazioni internazionali per i diritti umani e nella formazione del personale delle ONG, è presidente della sezione camerunese del GERDDES (Research Group on the Democratic, Economic and Social Development of Africa) e consulente esperto dell’IPSOM, (Institut pour société en mutations). Ha insegnato in Africa a Yaounde presso la Faculté de Philosophie dell’Institut Catholique, dell’Université Catholique d'Afrique Centrale (UCAC), ad Abidjan e Kinshasa, in Europa ad Amburgo, Rotterdam, Groningen, negli Stati Uniti a Baltimora, Harvard e presso la Holy Cross di Worcester (Massachusetts). È professore emerito. Fondatore e direttore della rivista socio-politica Terroirs. Revue africaine de sciences sociales et de culture è autore di libri e saggi filosofici e teologici, studi e articoli di sociologia e politica.

Per una geografia della morale

  • Pagine200
  • Prezzo18.50
  • Anno2006
  • ISBN978-88-8273-067-3
  • Note
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Per una geografia della morale Dalla Cina all’Islam, dall’Europa all’America

Per una geografia della morale è un libro chiaro e di facile lettura, ma nello stesso tempo ambizioso e di grande attualità.
Dieci insigni studiosi, tra i più importanti del panorama culturale italiano, espongono da un punto di vista filosofico, politico e religioso i grandi temi del dibattito odierno: la guerra e la pace, la convivenza tra culture diverse, il ritorno alla ribalta delle religioni, i fondamentalismi, i nazionalismi, i localismi, l’ambiente, il mondo islamico, la Cina e altro ancora. Si tratta di questioni che attraversano e animano ogni giorno le cronache quotidiane, interrogativi etici difficili e laceranti che nei dieci interventi qui proposti emergono nella loro drammatica concretezza. Sullo sfondo di ogni capitolo – autentico filo conduttore di tutta la ricerca – lo scenario della “nuova grande trasformazione del mondo”: la nuova geopolitica, i nuovi assetti geoeconomici, l’impatto delle nuove tecnologie, della comunicazione, la nuova composizione demografica con i movimenti epocali di popolazione, la minaccia agli equilibri naturali.
Ne emerge un quadro a tutto tondo della condizione umana contemporanea segnata dall’insicurezza e dalla pressante domanda di identità. Si possono così afferrare le ragioni profonde degli interrogativi morali che oggi attraversano i vari popoli del mondo, accomunati dalla ricerca affannosa di una nuova grammatica delle regole e dei valori.

 

Autori:

Khaled Fuad Allam

Paolo Branca

Reinhold Braun

Anne Cheng

Ugo Fabietti

Riccardo Petrella

Carlo Sini

Armin Toelke

Salvatore Veca

 

 

 

La morte del denaro

  • Pagine236
  • Prezzo15.00
  • Anno2003
  • ISBN978-88-8273-051-2
  • Noteesaurito

La morte del denaro Una rivoluzione possibile

Che al centro dell’economia vi sia il denaro sembra uno di quegli assiomi che rientrano nel novero delle ovvietà, così come il fatto che il denaro è elemento imprescindibile della nostra vita quotidiana. Ma la storia ci ha insegnato che là dove l’uomo ravvisa un’ovvietà spesso si nasconde la cristallizzazione di un errore, al quale la consuetudine, la pigrizia e le convenzioni hanno conferito statuto di verità. Finché non arriva qualcosa – quasi sempre un libro – che di colpo strappa il velo, manda in pezzi le certezze acquisite, rendendo ad un tratto pensabile l’impensabile.
Accade così che un economista di vaglia, sovvertendo i sacri fondamenti della sua scienza, osa pronunciare l’eresia suprema: il denaro è uno strumento antiquato, e come tale va abbandonato. Ma non si pensi a una provocazione irriverente, a un paradosso stuzzicante: l’acuminata riflessione di Pierangelo Dacrema perviene a scenari di sorprendente concretezza.
Il denaro, oggetto oscuro e ingovernabile, meta e ossessione degli sfruttati non meno che degli sfruttatori, può essere abolito. Non è utopistica questa grande e pacifica rivoluzione, che dia origine a un’economia nuova e più brillante, un’economia che non spenda energie preziose in una maniacale contabilizzazione di ogni aspetto della ricchezza, un’economia atta a soddisfare i bisogni di tutto il pianeta e non solo di una sua frazione, e a dare contenuto sostanziale a espressioni abusate come «mercato» e «democrazia economica». Un’economia finalmente fusa e confusa con il resto della vita.

Pierangelo Dacrema, già professore nelle Università di Siena, Bergamo, Cattolica e Bocconi di Milano, è attualmente ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università della Calabria.
Autore di numerosi saggi, ha svolto anche attività di operatore del mercato finanziario. Dal 1994 si dedica esclusivamente all’attività accademica.

 

Dacci oggi il nostro pensiero quotidiano

  • Pagine272
  • Prezzo19.50
  • Anno2003
  • ISBN 978-88-8273-047-5
  • Note
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Dacci oggi il nostro pensiero quotidiano

A ognuno di noi è accaduto nella vita quotidiana di assumere determinati comportamenti, di esprimere giudizi, di avere opinioni, di usare parole. Sono fatti che accadono per lo più “senza pensarci”. Qualche volta, tuttavia, ci fermiamo, ci viene un sospetto che si trasforma poi in alcune domande: sarà vero? sarà giusto? sarà ben detto? ma di preciso di che cosa si tratta? Spesso passiamo oltre questi dubbi perché la vita preme e il tempo è scarso, persino per riflettere.
A interrogare, ad ascoltare, a trasformare in consapevolezze le nostre inquietudini ci sono pagine sapienti e semplici come quelle del libro Dacci oggi il nostro pensiero quotidiano. Le ha scritte uno dei filosofi italiani più importanti dei nostri anni. Sono temi che ritornano nella vita di sempre: la felicità, la vergogna. l’indifferenza, la libertà, il dolore, l’invidia, il coraggio. Sono per lo più questioni morali intorno alle quali questo libro insegna ad avere argomenti seri, validi e impegnativi. Dopo la lettura le proprie opinioni si ordinano meglio, le proprie ragioni si argomentano con stile. E poi ci sono anche temi che sembrano meno personali: che cosa è il mondo, che cos’è il sapere, la guerra, la civiltà e altro ancora.
Quest’opera non è né un’enciclopedia che banalizza i problemi, né una teoria che li trasporta in un linguaggio poco accessibile. La prosa dell’autore riflette - quasi in compagnia del lettore - su queste prospettive e cerca la nozione che non si può ignorare, esamina gli argomenti più importanti, trova un’opinione corretta e condivisibile.
Nell’epoca delle opinioni senza pensiero, questo libro vuole suscitare nel lettore il gusto di una propria indipendenza intellettuale, di una maturità della mente e del cuore. E’ il dialogo tra un autore libero e i lettori che desiderano la propria libertà.

Fulvio Papi è una delle figure salienti della filosofia italiana dei nostri anni. Allievo di Antonio Banfi ha scritto una monografia sul maestro che gli è valsa il Premio Pozzale per la critica (1961). In giovinezza è stato figura interessante del socialismo italiano, nella direzione dell’Avanti! con Riccardo Lombardi. Tornato alla vita universitaria ha tenuto per 35 anni la cattedra di filosofia teoretica all’Università di Pavia. I suoi allievi sono in alcune Università italiane con presenze di rilievo. Attualmente è Presidente della Fondazione Corrente e Vice Presidente della Casa della Cultura di Milano. Nel 2000 il Comune di Milano gli ha conferito l’Ambrogino d’oro per benemerenza civica.