• Pagine97
  • Prezzo
  • Anno2021
  • ISBN978-88-8273-182-3
  • NoteIl Pensiero dell'arte 25
Acquista su IBS.IT Acquista su Amazon.it Acquista su Feltrinelli.it Acquista su Libraccio.it

Mark Tobey

Geografie dell'immaginazione La pittura tra Occidente e Oriente

Annoverato tra i massimi esponenti di quella prodigiosa stagione della pittura americana e mondiale meglio nota con il nome di «espressionismo astratto», Mark Tobey si presenta, a quasi cinquant’anni dalla sua morte, come uno degli artisti che, più radicalmente di altri, ha contribuito a predisporre e a promuovere il dialogo spirituale tra Occidente e Oriente. Sulla scorta di una genuina conoscenza del pensiero e dell’arte cinese e giapponese, Tobey ha saputo ripensare l’esperienza pittorica di derivazione rinascimentale a partire da una nuova attenzione riservata alla plasticità e al ritmo della composizione grazie all’utilizzo di una «scrittura calligrafica» capace di mettere in evidenza l’intima compiutezza del reale a partire dal suo tessuto più segreto. Valga l’ampia silloge di scritti e aforismi che qui presentiamo come il documento più probante del ruolo di precursore assunto da Tobey nella definizione dello statuto che attende la pittura e, più in generale, l’arte occidentale.

 

 

Mark Tobey (1890-1976), originario del Wisconsin, si trasferisce a Seattle sulla West Coast degli Stati Uniti nel 1922, dove animerà la cosiddetta «Scuola del Pacifico», cui aderirà in seguito anche Sam Francis. Tra il 1925 e il 1931 Tobey viaggia intensamente in Europa e in Medio Oriente per motivi di studio. Nel 1934 approfondisce la propria conoscenza della calligrafia cinese a Shanghai e apprende l’arte giapponese del pennello in un monastero Zen a Kyoto. Risalgono all’anno successivo i primi White Writings, dipinti ottenuti da un serrato intreccio di pennellate bianche, ritmate e filanti, che anticiparono di molto la pittura all over dell'Action painting. Gli anni Cinquanta gli valgono il definitivo riconoscimento con il Grande premio internazionale per la pittura alla Biennale di Venezia del 1958. Trascorre gli ultimi quindici anni di vita in Europa, a Basilea, in una sorta di ritiro meditativo in cui gode del sostegno del mercante d’arte Ernst Beyeler.

  

 

                                                 

 

 

  • 13 Dicembre 2021 Artribune pdf